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IL CORAGGIO DI EDUCARE: Evento del Caffè Letterario sul REPORTAGE “SOTTO SFRATTO”

“Esiste un luogo a Roma,dove è andata creandosi una Comunità di rifugiati politici,aventi diritto alla …”

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IL CORAGGIO DI EDUCARE: Evento del Caffè Letterario sul REPORTAGE “SOTTO SFRATTO”

 

“Esiste un luogo a Roma,dove è andata creandosi una Comunità di rifugiati politici,aventi diritto alla protezione Internazionale. Sfrattati dalla casa di Via Scorticabove,dove abitavano da piu’ di dieci anni e costretti a vivere in strada fino ad un nuovo sgombero,sono oggi esseri umani con l’incognita di un destino di padri,figli,lavoratori,disoccupati,studenti’.

Si apre così il Reportage “Sotto Sfratto” di Francesca Cicculli, dopo una doppia introduzione musicale, tutta “al femminile”. Prima le ragazze della scuola secondaria, guidate dalla prof. Massari hanno interpretato una cover di “Il peso del coraggio” della Mannoia, riadattandone il contenuto come “Il coraggio di educare” e indossando una maglia azzurra con la suddetta scritta.  Poi il coro “Incanto senza Confini” ci ha regalato tante sonorità nuove e lontane, facendosi portatore del messaggio di inclusione culturale che da anni lo caratterizza.

Il reportage di Francesca Cicculli è stato scelto al Festivaletteratura 2018 dalle giurie di pitching di Meglio di un Romanzo e raccontato dall’Autrice stessa al Caffe’ Letterario del nostro Istituto. Perchè di un Racconto si tratta. Di quelli drammatici,tristi,commoventi,che fanno pensare e riflettere,non solo sulla condizione di disagio e disuguaglianza sociale nel Mondo,ma sulla inadeguatezza dei sistemi strutturali di accoglienza e inclusione.

“Uccelli senza Mappa” sono i rifugiati fuggiti dalla guerra del Sudan e dalle atrocità del Darfur,che a Roma subiscono una vera e propria dispersione, perchè spostati da un quartiere all’altro,da uno stabile ad un altro, dove pero’ si sentivano Comunità; oggi sono in strada, nei centri Sprar o da amici. Adambosh, mediatore culturale e portavoce della Comunità,racconta all’Autrice di guerre,carestie,saccheggi e delle lotte che stanno cambiando il loro Paese e il suo racconto assume i toni della tradizione orale,come rielaborazione del patrimonio storico e culturale di un gruppo e di un popolo,fiero della propria appartenenza.

Così Francesca si fa portavoce di questo popolo,della sua storia,del suo Viaggio, sottolineando però che,superato il sistema di Accoglienza,manca a tutt’oggi una soluzione concreta di integrazione, che tenga soprattutto conto della volontà di una situazione abitativa comune,che permetta ai Rifugiati di sentirsi come a casa,in attesa che” l’Africa tornerà la terra degli Africani”,parola di Adambosh.

E i pettirossi ricominceranno a volare.

Nadia Pocci

 

 

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