Settimana della Memoria
Gli eventi del Caffè letterario del nostro Istituto continuano …
Settimana della Memoria
Gli eventi del Caffè letterario del nostro istituto continuano, nonostante la totale assenza di risorse materiali e la partecipazione del progetto a bandi regionali e nazionali.
Ma a noi evidentemente piacciono le sfide e così, a dispetto della situazione economica, l’obiettivo questa volta è stato addirittura più ambizioso: coinvolgere nella commemorazione della settimana della memoria tutte le fasce d’età, dai bambini ai ragazzi della scuola secondaria, agli adulti.
Grazie all’impegno degli insegnanti e alla generosità di un papà, Fabrizio Fiore, educatore di comunità, che ha investito per noi il suo tempo e la sua professionalità, tutto questo ha potuto realizzarsi e nella nostra scuola si sono così vissuti due pomeriggi densi di emozioni.
Martedì 23 gennaio una ventina di ragazzi della Secondaria e qualche genitore hanno assistito, in orario extrascolastico, alla proiezione del film “Storia di una ladra di libri” a cui ha fatto seguito la toccante testimonianza della maestra Paola Binarelli.
L’atmosfera di profondo rispetto creata dal film ha fatto da sfondo alle parole della maestra, che attraverso la preziosa condivisione dei ricordi legati alla memoria del nonno Ascanio, vittima del rastrellamento del Quadraro, ha saputo trasmettere un messaggio di altissimo valore: la dignità dell’essere umano.
Al termine dell’evento si invitavano i ragazzi a lasciare un piccolo commento, anche una sola parola. “Cultura unica speranza”, “dignità e rispetto” sono esempi dei messaggi che i ragazzi hanno sentito di scrivere mentre si congedavano con qualche più o meno timido “grazie”. Per noi insegnanti leggere una sola di queste parole ha ripagato ogni sforzo e ci ha fatto sentire la fiducia di continuare.
Nel secondo evento di giovedì 26, il dott. Fiore ha regalato momenti di grande intensità ai bambini della scuola primaria, ai loro genitori e a noi insegnanti attraverso la lettura animata della fiaba “La bambina del treno”.
Siamo letteralmente entrati dentro la storia, varcando l’ingresso del campo di concentramento e passando sotto la sua tristemente famosa scritta, per ritrovarci circondati da un cielo azzurro “lontano”, perché delimitato dal filo spinato. La musica di sottofondo, l’uso sapiente delle luci e della voce, le suggestioni degli oggetti simbolici come il mozzicone di candela, ci hanno trasportati su quel treno che non fece più ritorno. La nota di fondo di questa splendida lettura è stata la delicatezza estrema, che ai bambini forse sembrava anche naturale, ma che agli occhi e alle orecchie di noi adulti appariva incredibilmente preziosa per raggiungere lo scopo: raccontare l’irraccontabile. Abbiamo vissuto questo ossimoro di bellezza e orrore, dolcezza e dolore dentro i nostri corpi, tentando di cancellarlo per sempre con quelle stelline che hanno acceso tante luci, tra lo stupore e la commozione .
Per concludere il dott. Fiore ha proposto la danza ebraica “Od lo ahavti dai” (“Ancora non ti ho amato abbastanza”) che ha unito nel cerchio della vita tutti i presenti. Le braccia che si levavano al cielo in segno di accoglienza ed il ritmo gioioso della danza hanno alleggerito gli animi, che si sono riempiti di speranza.
Una gratitudine profonda va a questo papà e agli insegnanti che hanno collaborato alla realizzazione di questa meravigliosa occasione di incontro, la seconda del nostro Caffè dopo l’evento “Madre” di novembre. Ancora una volta nella nostra scuola hanno trovato spazio emozioni, verità, vita.
Francesca Fornari